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Avete mai sentito parlare dei Restart Party? Forse se siete i classici hipsterini che bevono kombucha e vestono solo vintage lo sapete già ma, a parte gli scherzi, i Restart Party sono una realtà a stampo ecologico che sta prendendo piede in tutta Europa.

Il motto di queste “feste”? Se una cosa è rotta, si può riparare.

Durante questi raduni, gente di ogni tipo fa gruppo per riparare oggetti col fine del riutilizzo e dell’abbattimento della pratica sempre più comune dell’usa e getta. Sicuramente chi partecipa ha a cuore un obiettivo comune: la sostenibilità e l’economia circolare, andando contro il consumismo che sta contraddistinguendo i nostri anni 2000. 

Ma com’è nato questo moto? Possono queste comunità di persone cambiare l’idea di usi e costumi di intere popolazioni e delle aziende produttrici? 

Le domande anche oggi le abbiamo poste. Ora immergiamoci!

La storia dei Restart Party

I primi Restart Party nascono a Londra ma, come spesso accade, c’è dietro l’estro creativo di una mente italiana. Fu infatti un’idea di Ugo Vallauri, un italiano residente a Londra, che dopo aver vissuto un’esperienza umanitaria in Kenya aprì la sua mente ad un modo di vedere la vita totalmente diverso. 

Vallauri notò come in kenyoti erano soliti non buttar via niente. Ad esempio, alla rottura di un cellulare, ci si assicurava di provare a ripararlo così come per tanti altri oggetti ed elettrodomestici. Nessun oggetto andava perso prima di una prova di rianimazione. 

In confronto alla visione occidentale, questa è un’assoluta novità. Basta pensare che in Italia il telefono viene cambiato all’incirca ogni anno e mezzo secondo Kantar Worldpanel, uno studio di ricerca sugli stili di vita dei consumatori. 

Per questo, prima a Londra ma poi anche in Italia e in tutta Europa iniziano a nascere questi Restart Party: dei luoghi comuni dove ognuno porta degli oggetti rotti e ci si diverte a risolvere i problemi, dando nuova vita anche ai casi più disperati. 

anticonsumismo

Ma sicuramente quelli che partecipano saranno solo frequentatori dei corridoi del Brico…

Eh no, qui vi sbagliate. Non sono tutti dei piccoli Bob Aggiustatutto! Per lo più sono persone interessate a un’economia circolare e a un continuo sviluppo sostenibile. Sono persone sensibili, attente al riciclaggio e da un problem solving decisamente creativo. 

Qual è il vero obiettivo di questi Restart Party?

Sicuramente la sensibilizzazione verso la sostenibilità è un argomento cardine. L’obiettivo delle organizzazioni che si occupano di organizzare questi Party è quello di cambiare la mentalità delle persone rispetto ai loro comportamenti di consumo. L’usa e getta a cui siamo tanto abituati crea montagne di rifiuti inquinanti e difficili da smaltire, soprattutto quando si parla di elettronica.

Ma non sono solo le persone a dover prestare più attenzione ai loro consumi, anche le aziende stesse dovrebbero farsi un’esame di coscienza. Anche loro dovrebbero rendere esplicita e pubblica la possibilità di riparare un oggetto prima di buttarlo per un nonnulla. Non è scontato pensare che una volta acquistato qualcosa esso possa anche essere aggiustato! 

Nell’area di Milano ci sono diverse associazioni che si occupano di organizzare questi Restart party: ad esempio, c’è l’associazione Restarters oppure il Repair Cafè che organizzano eventi in modo frequente. Restarters, per cui c’è una sede di riferimento in molte città di Italia, si occupa anche di annotare il risparmio di C02 guadagnato grazie a questo tipo di attività anti-smaltimento.

obiettivo sostenibilità

Cosa ne pensiamo noi?

Noi di Leviathan, come Marketing Company, non possiamo che trarre anche delle conclusioni a livello comunicativo e di marketing (scusateci, ma è il nostro lavoro!). Anche noi ci sentiamo molto vicini al mondo della sostenibilità vivendo in primis la nostra quotidianità lavorativa in una sede 100% sostenibile (link alle foto della sede). 

Anche alcuni dei clienti che gestiamo la pensano come noi. Da Oro in Euro Sardegna (link case), che ha trovato nella riparazione del gioiello di seconda mano proprio la filosofia della seconda vita, a Ivy House (link case) un nuovo software per le aziende addetto alla compilazione dei GRIs, i criteri richiesti dall’UE per confermare la sostenibilità delle suddette aziende.

Ogni giorno siamo orgogliosi di portare avanti la nostra filosofia di sostenibilità e, perchè no, chissà che non ci scappi un Restart Party anche nei nostri uffici la prossima volta che ci verrà in mente di cambiare telefono o computer!

E poi naturalmente non dimenticatevi di seguirci sui nostri social per altri mitici contenuti e...

come diciamo sempre in ufficio da noi "ci si becca" alla prossima!

Ah qualcuno qua è curioso!
Penso sia arrivato quel momento…

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